Kholodenko, Beschi, Shokhakimov per La Toscanini

Kholodenko, Beschi, Shokhakimov per La Toscanini

Vadym Kholodenko chiude la seconda parte della Stagione de La Toscanini.

Venerdì 19 febbraio 2021 alle ore 20.30, in live streaming, la Filarmonica Toscanini, diretta dal giovane Maestro Aziz Shokhakimov, designato per la Stagione 2021-2022 Direttore Musicale dell’Orchestra Filarmonica di Strasburgo, concluderà la seconda parte della XLV Stagione dei Concerti. Ospite solista, l’artista in residenza per la stagione 2020 – 2021 Vadym Kholodenko affiancato dalla prima tromba della Filarmonica Toscanini, Matteo Beschi.  In programma il Concerto per pianoforte, tromba e orchestra n.1 in do minore, op.35 di Dmítrij Šostakóvič e la Sinfonia n.1 in do minore, op. 68 di Johannes Brahms.

Appartenendo ad epoche e contesti storici diversi, nulla sembra legare Brahms a Šostakovič.

In realtà è l’uso della forma musicale, nella sua veste più tradizionale, ad accomunare i due compositori. Dmítrij Šostakovič, pur essendo uno scrittore di musica d’avanguardia, con ritmi calzanti e melodie spigolose, si è stilisticamente ispirato, per il Concerto, alle grandi sinfonie del passato nei quattro classici movimenti di cui il secondo lento e il primo e ultimo veloci.

Il Concerto per pianoforte, tromba e orchestra n.1 in do minore, op.35, ricco di citazioni di opere di grandi compositori, come Beethoven e Haydn, è stato composto ed eseguito per la prima volta nel 1933, con l’Orchestra Filarmonica di Leningrado e il compositore stesso al pianoforte. Tre anni dopo il regime stalinista avrebbe definito Šostakovič un “nemico del popolo”.

Ad interpretare il particolare linguaggio compositivo ricco di commistioni di Šostakovic, sarà Vadym Kholodenko, Vincitore del Concorso Internazionale “Van Cliburn” nel 2013, tra i pianisti musicalmente più dinamici e tecnicamente dotati della sua generazione. Artista in residenza per la stagione concertistica 2020-2021 de La Toscanini, suonerà un pianoforte grancoda FAZIOLI modello F278.

«A volte non so come misurare la profondità della musica – racconta Vadym Kholodenko -. Cerco di essere sincero e di suonare ciò che sento di più. Come interprete ho una chiara direzione di ciò che vorrei ottenere in un programma. Però, quando suono sul palco, ci sono molti sentimenti reattivi coinvolti e alcuni dubbi sono inevitabili, come ad esempio: avrei fatto questa frase in modo diverso, avrei fatto un’altra scelta qui? In ogni caso, sento una forte responsabilità, desiderando regalare una performance che mi permetta di connettermi sempre con chi mi ascolta».

Seconda parte solista, nella particolarità di questo Concerto che prevede due elementi solisti, Matteo Beschi, prima tromba della Filarmonica Toscanini.

«La scrittura della parte trombettistica – spiega Matteo Beschi – è a dir poco geniale data la sua caratteristica danzante molto tecnica nei tempi Allegri (staccato al limite della velocità nella fanfara ostinata del Finale) e grazie all’uso della sordina nel secondo movimento che ricrea atmosfere molto intime. Il “solo” dell’ultimo movimento è decisamente ironico. Dà leggerezza al tutto sdrammatizzando quell’aurea di seriosità che a volte la musica classica rappresenta nell’immaginario collettivo».

Dalla Russia della metà ‘900 alla Vienna del 1876 anno in cui, il quarantenne ormai famoso Johannes Brahms compone la Sinfonia n.1 in do minore, op. 68, risultato di un lavoro intenso e travagliato iniziato molto tempo prima e caratterizzato da numerose interruzioni, riprese e ritocchi. Anche in questo caso non mancano richiami beethoveniani volti ad esprimere il desiderio di Brahms di riproporre la tradizione in controcorrente, compiendo un atto di rivivificazione della stessa.

«Stiamo attraversando un periodo molto difficile per i musicisti ed in particolare per noi direttori – spiega il Maestro Aziz Shokhakimov – in quanto non abbiamo la possibilità di avvicinarci al nostro “strumento”, l’orchestra. Per questo motivo sono molto felice che si tengano dei concerti, e ancor più contento di ritornare in Italia, dove sento la vicinanza spirituale delle persone e dove ho debuttato per la prima volta a Bologna proprio con la prima sinfonia di Brahms. Una sinfonia particolarmente adatta a questo periodo in quanto ha un carattere drammatico nella prima parte, per poi diventare, nella seconda, terza e quarta parte, progressivamente più ottimista. Non a caso in quest’ultimo movimento si collega molto a Beethoven, alla Nona Sinfonia e questo mi fa pensare al tema dell’unità delle persone e dei popoli, un valore che ci deve ispirare ad unirci contro questo comune nemico che ha i tratti della pandemia tristemente a tutti nota».

Nel 2010, a soli 21 anni, dopo la conquista del secondo Premio della Gustav Mahler International Conducting Competition a Bamberga, Aziz Shokhakimov ha diretto alcune delle più importanti orchestre europee, americane e giapponesi. I riconoscimenti del suo speciale talento gli sono giunti molto presto, dato che a soli 13 anni ha debuttato con l’Orchestra Sinfonica Nazionale dell’Uzbekistan di cui è diventato nel 2006 Direttore Principale. Dal 2015 è Kapellmeister della Deutsche Oper am Rhein.

 

Il concerto sarà trasmesso in live streaming sul sito www.latoscanini.it, sulle pagine Facebook, Vimeo e Youtube de La Toscanini e sulla pagina Facebook di Parma Capitale italiana della Cultura 2021.